calligrafia di Itsuo Tsuda #2

pratiquer devant une calligraphieSeguito e conclusione del’intervista con Regis Soavi, che  racconta la sua scoperta della calligrafia d’Itsuo Tsuda. Per leggere la prima parte dell’intervista: Link

« Mettere una calligrafia piuttosto che la foto di un Maestro, questo ha un altro interesse, che ho capito in seguito:questo evita un certo «culto della personalità».

Invece di mettere una foto del maestro Ueshiba, ne avrei potuto mettere una del moi maestro, Itsuo Tsuda…. ma di colpo questo induce qualcosa verso «un Graande Maeeestro» che è, e questo va anche verso le religioni in cui ci sono dei santi, delle pitture di santi, delle statue di santi… nel buddismo c’è questo, nel cristianesimo anche, evidentemente…

Ma così, non c’è più la stessa risonanza, perchè sono delle foto di persone, dei «personaggi».

Con una calligrafia, questo permette a tutto il mndo di praticare, qualunque sia la sua religione..perchè inchinarsi davanti al vuoto, questo non può infastidire nessuno…

Davanti ad un vuoto, dunque davanti alla natura, va molto bene…

E questo abitua l’occhio, poco a poco, inconsciamente ad apprezzare le calligrafie, se se ne guardano diverse, si comincia ad avere l’occhio che vede differentemente… la foto di un maestro confonde l’occhio,per me, mentre la calligrafia permette di aprirlo.

E’ in questo senso che per esempio, nel cristianesimo, malgrado tutto, le icone non sono delle immagini… c’è una differrenza tra l’immagine e l’icona…ll’icona è una rappresentazione simbolica, anche se c’è un personaggio. E’ aperta verso qualcosa, mentre l’immagine è chiusa. La calligrafia è stata una scoperta molto importante per me… posso sempre praticare davanti ad una foto ma, malgrado tutto quando ci si inchina davanti ad un maestro, ci si inchina davanti ad una persona in particolare, bisogna allora veramente visualizzare che ci si inchina davanti alla vita, e non davanti ad una persona… se questo implica di inchinarsi davanti ad un maestro, un semi-dio… Questo non è sano per un essere umano!Mentre una calligrafia, è molto più vuota, soprattutto le ccalligraphie_tsuda_tchouang_tseualligrafie del maestro Tsuda, che non implicano la religione…Itsuo Tsuda aveva fatto una calligrafia – ad inchiostro su carta questa volta – con la frase di Tchouang Tseu, che era il suo testamento e che aveva messo al dojo..: «Quando sarò morto, se voi mi metterete nella terra, sono i vermi che mi mangeranno, se mi mettete all’aria, sono gli uccelli che mi mangeranno e se mi metterete nel mare, saranno i pesci a mangiarmi…fate di me ciò che volete!»E curiosamente, c’è stata una cerimonia buddista alla sua morte, anche se non era buddista, è stato cremato con una cerimonia protestante, anche se non era protestante, e le sue ceneri sono in un cimitero cattolico, anche se non era cattolico! Favoloso!….Ma non è male, tutto sommato…

Era principalmente nel mese di maggio che Itsuo Tsuda faceva le sue calligrafie.

Quando gli si chiedeva perchè le facesse a maggio, diceva «E’ la primavera!»

Aveva già fatto calligrafia in Giappone. Quando è arrivato in Europa, ha tracciato piccole cose, ma la carta che trovava non era adatta, quindi scriveva più che fare della calligrafia.E poi ha avuto voglia di esprimere qualcosa attraverso la calligrafia.

Considerrava sempre le sue calligrafie « calligrafie amatoriali ». In Giappone, non è calligrafia amatoriale, è quella fatta dai maestri Zen per esempio, o i maestri di Ikebana, di spada… fanno passare il loro insegnamento attraverso di loro.

È il caso del maestro Ueshiba. Le firmava del resto con un nome diverso. Quindi per il Maestro Tsuda era la trasmissione di un insegnamento attraverso un tracciato, era trasmettere qualcosa.

Ha cominciato a tracciare su carta di riso, ma come diceva lui, questa carta è molto fragile se non è incollata, si rovina velocemente…sfortunatamente, non trovava nessuno in Francia negli anni 70 che facesse questo lavoro di incollaggio. Ecco perchè ha deciso di utilizzare la tecnica del Batik, ed è questa tecnica che ha osservato in seguito per la maggior parte delle calligrafie che realizzo’.

Quindi, nel mese di maggio si preparava, in qualche modo, e tracciava le sue calligrafie.

E ne ha fatte tutti gli anni, per un certo numero di anni. Non ne faceva molte, forse una ventina, non di più.

Nonostante questo, il maestro Tsuda non usava la tecnica del Batik in maniera classica: normalmente si riempie un puntominuziosamente ed in seguito si tinge..lui intingevail suo pennello da calligrafia nella cera calda e doveva riuscire a tracciare prima che la cera si seccasse. Questo per conservare l’atto del tracciato che si trova nella calligrafia tradizionale:si prepara l’inchiostro e poi si traccia. E’ un gesto unico senza interruzione.Quando spiegava la sua tecnica, diceva che era molto difficile e che all’inizio aveva sbagliato molto.Ciononostante, era l’unico sistema per potere in Occidente, lasciarne una traccia. Il maestro Tsuda tingeva lui stesso il tessuto, in generale in una specie di blu che definirei «blu giapponese», sia in una specie di marrone-rosso o anche in un blu scuro. Utilizzava unicamente questi tre colori ed ogni anno ne sceglieva uno – perchè il tal anno faceva il tal colore ed il tal altro un altro ? Questo, non lo ha mai speigato – inseguito, tirava la cera col ferro da stiro, con della carta assorbente. La calligrafia allora era pronta. »